“Confesercenti risponde” con Ivan Simeone – “Chi è il giovane imprenditore oggi?”

Quinto appuntamento del format “Confesercenti risponde” condotto da Ivan Simeone, Coordinatore provinciale di Confesercenti Latina, il tema di questa puntata vedrà la presenza del Delegato provinciale giovani imprenditori Confesercenti Latina Matteo Tulli, il quale, illustrerà gli aspetti e le aspettative dei giovani imprenditori di oggi.

Matteo Tulli, 38 anni, è il delegato giovanile provinciale dei giovani imprenditori di Confesercenti, che tra l’altro è anche il titolare di una autorevole e particolare società “Taffo Funeral Service” di Latina.

Matteo, per te che cosa significa essere giovane imprenditore?

Sicuramente una grande sfida. Oggi essere imprenditori è una sfida con se stesso. Siamo chiamati ancora di più a sfidare i nostri limiti.

Essere imprenditore oggi significa essere formati e preparati a 360 gradi per poter migliorare quella che è la propria visione, quella che è l’opportunità di poter mettere in gioco il proprio potenziale per un obiettivo importante.

Ma quali sono state le motivazioni di questa scelta? Perché hai scelto di metterti in gioco, di aprire una tua partita IVA, entrare in questo mondo invece di puntare ad un posto come lavoratore dipendente ed entrare in qualche società?

Faccio un attimo un passo indietro. Prima di essere un imprenditore sono stato un dipendente privato. Ho oltre dieci anni, lavoro per due importanti società per azioni.

Essere imprenditori oggi ti forma ad essere concentrati per più obiettivi. Mi ritrovo per l’appunto ad essere un dipendente di una società privata dove comincia a starmi stretto un po’ la mia posizione.

La necessità di poter esplorare tante altre problematiche e aspetti dell’attività lavorativa che solo l’attività imprenditoriale ti consente. Diciamo che ho avuto un po’ una voglia di rivincita con me stesso e l’attività imprenditoriale te lo consente.

Noi abbiamo più volte parlato della formazione. Nelle prossime settimane faremo anche un’iniziativa come Giovani Imprenditori, come Confesercenti, sul mondo della formazione. La formazione è strategica…

Poi oggi, con questi cambiamenti in atto che sono sempre molto veloci, o governi questi processi o stai fuori. Ma per te, come giovane imprenditore, il senso di una buona formazione, quanto va a incidere sulla tua attività? Non solo, ma che cosa consiglieresti ai ragazzi che si inseriscono in questo mondo dell’autoimprenditorialità?

Sicuramente la formazione è la cosa fondamentale per chi cerca di fare impresa. Non scordiamoci che chi decide di fare l’imprenditore è il primo impiegato, è il primo operario specializzato, è il primo consulente, è il primo commercialista della propria società. La formazione ti aiuta a poter definire tutti questi tasselli.

Quindi la necessità di essere formato a 360 gradi, secondo me è il primo passo di chi fa impresa. Le associazioni di categoria servono anche a poter formare quelle nuove figure che hanno la necessità di esplorare i nuovi confini, ma si trovano comunque in difficoltà a poter comprendere al meglio quelli che sono i primi passi, i primi passi fondamentali. Quindi la necessità di poter andare a condividere quelli che sono dei corsi formativi sicuramente sono assolutamente necessari per poter fare impresa.

Secondo te nel momento in cui ti ritrovi ad avere anche dei collaboratori, il poter formare i collaboratori, sotto quale punto di vista è essenziale?

Sicuramente in un’azienda possiamo essere la mente, le braccia, ma non possiamo essere nello stesso posto, soprattutto per chi fa un’attività che comunque poi deve essere presente in più punti. Il collaboratore, il dipendente diventa comunque una parte integrante della propria impresa e la formazione è fondamentale anche per chi ha dei collaboratori a poter aumentare il senso di responsabilità e di impresa.

Per un giovane che oggi voglia intraprendere questo mondo, questo mondo del mettersi in discussione, non avere il posto calduccio, fisso, tranquillo, ma poter mettersi in gioco ogni giorno, che percorsi consiglieresti?

Io faccio sempre un discorso personale perché poi a volte l’esperienza personale può aiutare altre persone che si trovano magari nella tua stessa situazione passata a poter averlo come riferimento. Precedentemente ho avuto sempre molta paura ad affrontare l’attività imprenditoriale, paura per mancanza di conoscenza, appunto per mancanza di formazione. Ho avuto il coraggio però di buttarmi, di formarmi e di credere in me stesso.

Quindi la cosa che magari consiglio a tutte quelle giovani persone che sentono il bisogno di dover dare di più, o sentono comunque il proprio potenziale di credere in se stessi, è avere il coraggio di buttarsi. Perché a volte poi buttarsi non equivale a pericolo, equivale molte volte a conoscere delle nuove realtà.

Ricordo una frase di Walt Disney che dice: quando hai una bella idea portala avanti ed osa.  Quindi a volte bisogna anche osare, buttare il cuore oltre l’ostacolo…

Rimango sempre dell’idea che è meglio raccontare una storia che non raccontarla per niente. Quindi a volte è sempre essenziale poter raccontare un’esperienza negativa che poi comunque ha un risvolto positivo, piuttosto che non raccontare nulla. Io sono per raccontare la mia storia e invito altre persone a raccontare la propria storia.

Presidente, sei il nostro delegato giovanile, essere il delegato dei giovani imprenditori di Confesercenti a livello provinciale, è un ruolo importante; è un ruolo che ti permette di entrare all’interno dei meccanismi associativi regionali, nazionali e così via.

Tu, giovane imprenditore, hai deciso di inserirti in Associazione; hai deciso di impegnarti a livello associativo in Confesercenti. Qual è il Valore aggiunto, se c’è un valore aggiunto?

Cosa aspetti da Confesercenti?

Sicuramente abbiamo parlato molto di formazione, ma essere in Confesercenti ti dà la possibilità anche di informazione.

La possibilità di poter essere informato di quello che comunque è la nostra comunità. La possibilità di poter confrontarci giorno dopo giorno. Essere all’interno comunque di Confesercenti ti dà la possibilità di poterti confrontare in maniera sana, in maniera trasparente con quella che ad oggi rappresenta il nostro territorio, quello che viene rappresentato magari dalla nostra amministrazione, da chi rappresenta la regione.

Ti dà la possibilità di vedere oltre quello che è il piccolo nostro orticello.

Un’ultima riflessione, prima di chiudere. Tu, come giovane imprenditore, quali sono i tuoi obiettivi? Dove vuoi arrivare?

Bella domanda. Una volta sicuramente prefissavo pian piano dei piccoli paletti. Da quando sono diventato imprenditore non ho confini.

Non saprei dirti nemmeno dove, fino a dove vorrei arrivare. Però sicuramente la cosa che più mi coinvolge ad andare sempre più avanti, paradossalmente, è il benessere della mia famiglia. Quello che mi consenta ad oggi di lavorare duro, di fare impresa, di essere comunque all’interno di una realtà come Confesercenti, è un po’ per avere un benessere personale.

Quel benessere personale è essere un po’ in pace con se stessi, essere consapevole di aver dato tutto, di poter raccontare una storia. Questa necessità sempre di raccontare qualcosa ai miei figli. Io faccio impresa, calcola, vengo da una famiglia che sono sempre stati dipendenti.

Nessuno di loro ha fatto impresa e nessuno di loro mi ha inviato a fare impresa. Perché giustamente dicono, noi abbiamo un posto fisso. Quindi, tu che c’hai un posto fisso, che c’hai un contratto a tempo indeterminato, che è una società per azioni, ma chi te lo fa fare “fare impresa”?

Perché rischiare? E da lì ho sempre avallato l’idea di dire, ma chi me lo fa fare? Poi però torno un attimo un po’ indietro e penso, magari i miei figli domani mi diranno, papà voglio fare impresa. Cosa gli racconto? Che io non ho avuto il coraggio di fare impresa? O non ho avuto il coraggio di sedermi in alcuni tavoli?

O non avere magari il coraggio di poter osare giocare con me stesso? Faccio impresa e decido di sedermi in alcuni tavoli? Perché un domani vorrei che mio figlio, quando magari mi chiederà dei consigli che ha visto figlio o padre, io possa tranquillamente dirgli, l’ho fatto.

Mi ha invitato a fati una ulteriore una domanda. Quanto conta la famiglia nel tuo quotidiano? Perché la famiglia, dal mio punto di vista, è fondamentale proprio perché è un punto di riferimento essenziale, soprattutto per chi come noi è immerso in molte problematiche quotidiane. Quindi avere dei punti di riferimento è essenziale.

Per te, che sei un imprenditore, quanto conta la famiglia come punto di riferimento?

Sicuramente nel mio contesto imprenditoriale il discorso famiglia è molto più complesso, perché magari viviamo delle realtà dove si subisce una perdita, quindi si subisce un po’ un distacco familiare. La vivo in maniera un po’ differente, in maniera un po’ più sensibile, perché comunque mi rendo conto quanto la famiglia è importante. Per me la famiglia è tutto, perché comunque se penso, sempre ragionando su quella che comunque è la mia quotidianità, che una famiglia si può spaccare dall’oggi al domani, perché magari si subisce un lutto, perdi un papà, perdi una mamma, perdi una sorella, perdi una moglie o un figlio.

E per me la famiglia giorno dopo giorno è la cosa più importante che esiste. A volte il mio impegno quotidiano su tutte le mie attività mi dà la possibilità nel momento in cui poi torno a casa, mi siedo sul divano a tavola per cenare, guardo la mia famiglia e dico ecco, siete la cosa più bella del mondo.

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